lunedì 9 ottobre 2017

10 OTTOBRE 1982: PIERLUIGI PAGLIAI


35 anni di menzogne per coprire
un assassinio di Stato
 
 
 

                                 Pierluigi Pagliai è il secondo da destra




 
10 OTTOBRE 1982-SANTA CRUZ (BOLIVIA)
CHIESA DI " NUESTRA SEÑORA DE FATIMA"

 
NELL’ OTTOBRE DEL 1982 I SERVIZI ITALIANI ORGANIZZARONO UN ALTRO BLITZ, IN ACCORDO COL GIUDICE GENTILE, CONTRO DELLE CHIAIE E PAGLIAI IN BOLIVIA. NEL MESE PRECEDENTE C’ERANO STATI MANDATI DI CATTURA PER STRAGE NEI CONFRONTI DI DELLE CHIAIE, PALLADINO, GIORGI E PAGLIAI. PALLADINO ERA STATO ASSASSINATO IN CARCERE A NOVARA DUE MESI PRIMA. QUESTA VOLTA LA MISSIONE DELLE “TESTE DI CUOIO” HA IL VIA. DELLE CHIAIE NON VIENE INDIVIDUATO, MA PAGLIAI NON HA FORTUNA. VIENE ASSASSINATO FREDDAMENTE MENTRE, DISARMATO, INCROCIA LE BRACCIA DIETRO LA TESTA.
QUESTO DOSSIER VUOLE, PERO’, ESSERE UNA ESPOSIZIONE DOCUMENTATA, SU ATTI PROCESSUALI A DISPOSIZIONE DI TUTTI, PER DIMOSTRARE IL CARATTERE PROVOCATORIO, LA PRECOSTITUZIONE DEI TEOREMI DI COLPEVOLEZZA, L’ ILLEGALITA’ DELL’ AZIONE INQUIRENTE A QUALSIASI LIVELLO E IN QUALSIASI TEMPO CON CUI SI SONO IMBATTUTI I PROCESSI E PERSEGUITATI DEGLI INNOCENTI.
CI ESIMIAMO, QUINDI, FACENDO VIOLENZA A NOI STESSI, DAL SOFFERMARCI SUL DRAMMA UMANO DI QUESTE MORTI VOLUTE E CI LIMITEREMO ALL’ ESPOSIZIONE SEMPLICE MA DI PER SE’ BRUTALE DEGLI EVENTI.
IL 5/10/1982 DUE FUNZIONARI PARTONO PER LA BOLIVIA PER AVERE UN’ INTESA CON I RAPPRESENTANTI DEL GOVERNO DEMOCRATICO CHE ANCORA NON AVEVA PRESO IL POTERE.

NELL’ OTTOBRE DEL 1982 I SERVIZI ITALIANI ORGANIZZARONO UN ALTRO.
IL 10/10/1982 ARRIVA IL “COMANDO” DEI POLIZIOTTI ITALIANI CON UN DC9 DELL’ ALITALIA, IL “GIOTTO”. PRIMO UFFICIALE A BORDO E’ IL COMANDANTE PESARESI MARCELLO. VERSO LE 10¬-11 DI MATTINA DAVANTI ALLA CHIESA “NUESTRA SENORA DE FATIMA” DI S.TA CRUZ VIENE INCROCIATA L’ AUTO DI PAGLIAI. MALGRADO QUESTI ABBIA ALZATO LE MANI IN SEGNO DI RESA, RICEVE UN COLPO SOTTO LA NUCA. LA PERIZIA STABILIRA’ CHE HA SPARARE FU UNA CALIBRO 22. HANNO COLLABORATO ALLA SCELLERATA IMPRESA IL CAP. BOLIVIANO LARREA (CHE CONDIVIDEVA L’ ABITAZIONE CON PAGLIAI) E L’ AMERICANO RICHARD ADLES, AGENTE CIA GIUNTO DALL’ AMBASCIATA DEL PORTORICO. PRESENTI AL FATTO PIU’ DI UN CENTINAIO DI FEDELI CHE IN QUEL MOMENTO USCIVANO DALLA MESSA.
IL GRUPPO DEGLI AGENTI ITALIANI E’ STATO VALUTATO IN UNA TRENTINA DI UNITA’. LE FOTO SCATTATE VERRANNO FATTE SPARIRE DAI GIORNALI E DALLE AGENZIE.
PAGLIAI E’ TRASPORTATO ALL’ OSPEDALE “PETROLERO” DI SANTA CRUZ E LA NOTTE STESSA SPOSTATO A LA PAZ DOVE E’ RICOVERATO ALLA CLINICA S.TA ISABEL. NELLA NOTTATA DOPO AVER SCAMBIATO ALCUNE PAROLE CON IL PROF. BRUN (MEDICO DELL’ AMBASCIATA USA), VIENE OPERATO DALLO STESSO BRUN.
L’ 11 OTTOBRE 1892, CONTRO IL PARERE DEI SANITARI BOLIVIANI E’ CONDOTTO ALL’ AEREOPORTO ED IMBARCATO. SULL’ AEREO SALGONO ANCHE DUE MEDICI BOLIVIANI E L’ AMERICANO RICHARD ADLES. IL IL PERSONALE CIVILE DELL’ AEREOPORTO TENTA DI OPPORSI ALLA PARTENZAQ DELL’ AEREO. INTERVIENE L’ AMBASCIATORE AMERICANO EDWIN CORR CHE CHIEDE AL NEO MINISTRO DELL’ INTERNO, MARIO RONCAL ANTEZANA, UN ORDINE DI ESPULSIONE PER PAGLIAI E, DOPO AVER PAGATO LUI STESSO I DIRITTI DI AEREOPORTO, IL VEIVOLO RIESCE A PARTIRE.
DAGLI USA, DOVE SI TROVA, IL MINISTRO DEGLI INTERNI ITALIANO, ROGNONI, INVIA UN CALOROSO APPREZZAMENTO E RINGRAZIAMENTO AGLI UOMINI DEL SISDE E AL GOVERNO BOLIVIANO. IL 29/07/1983 IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA UNA SMENTITA DI “AMBIENTI RESPONSABILI DEL MINISTERO DELL’ INTERNO” : LA POLIZIA ITALIANA NON PARTECIPO’ ALLA CATTURA DI PAGLIAI.
A SEGUITO DI UN’ INTERPELLANZA DEL CONGRESSISTA CARLOS VALVERDE, IL MINISTRO DEGLI INTERNI BOLIVIANO, MARIO RONCAL ANTEZAMA, DIRA’ AL CONGRESSO BOLIVIANO (E’ AGLI ATTI DI BOLOGNA COME MATERIALE SEQUESTRATO A DELLE CHIAIE) DI AVER APPRESO SOLTANTO L’ 11 OTTOBRE DEL CASO PAGLIAI E CHE NULLA POTEVA DIRE DEI FATTI ACCADUTI A S.TA CRUZ IL 10 OTTOBRE POICHE’ IL GOVERNO DI CUI FACEVA PARTE NON ERA ANCORA STATO INVESTITO LA MATTINA DEL 10. ED E’ CERTO PERCHE’ SOLTANTO ALLE 16 DEL 10 OTTOBRE CI FU LA CERIMANIA DELLO SCAMBIO DEI POTERI FRA L’ EX PRESIDENTE VILDOSO E IL NUOVO, SILES SUAZO.
NON SI COMPRENDE, Q UINDI, COME IL NOSTRO MINISTRO DEGLI INTERNI POTESSE RINGRAZIARE IL GOVERNO DI SILES SUAZO. SULLA STESSA LINEA DI RONCAL SI MANTENEVA IL MINISTRO DEGLI ESTERI VELARDE.
DAVANTI AL CONGRESSO FU CHIAMATO ANCHE L’ AMBASCIATORE CORR PER SPIGARE I MOTIVI DEL SUO INTERVENTO ALL’ AEREOPORTO. SI GIUSTIFICO’ DICENDO CHE LO AVEVA FATTO PERCHE’ SOLLECITATO DAGLI ITALIANI E PER COLLABORARE CON I DUE GOVERNI AMICI.
IL RAPPORTO SISDE NON FA NESSUN RIFERIMENTO IN MERITO ALLA PRESENZA DELL’ AMBASCIATORE CORR IN TUTTA L’ OPERAZIONE E MENTE QUANDO PARLA DI UN’ AUTORIZZAZIONE OTTENUTA DAL NUOVO GOVERNO DEMOCRATICO DELLA BOLIVIA.
IL RAPPORTO SISDE SARA’ SMENTITO DALLO STESSO PARISI CHE NELL’ UDIENZA DEL 28/10/1987 A BOLOGNA DIRA’ CHE I SERVIZI AMERICANI SI OFFERSERO DI COLLABORARE CON QUELLI ITALIANI ALLA CATTURA ED ESTRADIZIONE DI DELLE CHIAIE AGENDO SUI SERVIZI BOLIVIANI E CHE L’ OPERAZIONE FU FATTA DI CONCERTO CON IL SISDE.
AGGIUNSE, INOLTRE, CHE L’ OPERAZIONE FU AFFRETTATA PERCHE’ IL PASSAGGIO AL GOVERNO DEMOCRATICO NON CONSENTIVA ALLA BOLIVIA DI AFFRONTARE LE LENTEZZE DI UNA PROCEDURA DI ESTRADIZIONE. DIRA’ ANCHE, E’ VERO, CHE “SI VALUTO’ SE FOSSE POSSIBILE OTTENERE TRAMITE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA BOLIVIANA NEO-ELETTO ED IL MINISTRO DELL’ INTERNO PROVVEDIMENTI DI ESPULSIONE”.


ED IL PROVVEDIMENTO VIENE EFFETTIVAMENTE CONCESSO L’ 11 OTTOBRE IL GIORNO DOPO, CIOE’, CHE SI ERA SPARATO AL PAGLIAI QUANDO PRESIDENTE E MINISTRO DELL’ INTERNO ANCORA NON ERANO IN CARICA!.
AD UNA DOMANDA PRECISA SULLO SVOLGIMENTO DELL’ OPERAZIOMNE PAGLIAI, IL DOTT. PARISI SCARICHERA’ OGNI RESPONSABILITA’ SULLE AUTORITA’ BOLIVIANE. MA LA STAMPA BOLIVIANA E IN PARTICOLARE UN GIORNALE DI SINISTRA DI S.TA CRUZ (CHE SVOLSE UNA SPECIFICA INDAGINE) INDICANO LE CHIARE RESPONSABILITA’ DEL “COMMANDO” ITALIANO.
COMUNQUE SUL CASO PAGLIAI C’ E’ ANCORA IL BUIO. MA ALLA LUCE DI QUANTO ESAMINATO, NON POSSIAMO CHE INSERIRE L DELITTO PAGLIAI NEL CONTSTO DI QUELLE ELIMINAZIONI CHE DOVEVANO SERVIRE PER SUFFRAGARE L’ ACCUSA DI STRAGISMO RIVOLTA A CHI, UNA VOLTA MORTO, NON ERA PIU’ NELLA CONDIZIONE DI DIFENDERSI.
DAL LIBRO : “UN MECCANISMO DIABOLICO” EDIZIONI PUBLICONDOR



 
SUL QUOTIDIANO BOLIVIANO "PRESENCIA" VENGONO PUBBLICATE FOTO RARISSIME DI ALCUNI MEMBRI DELL' OPERAZIONE "MARLBORO" 
POI SCOMPARSE

 
L' AMBULANZA CHE TRASPORTA ALL' OSPEDALE
 IL CORPO ESAMINE DI PAGLIAI




 
 
 
Così In Bolivia Fu Ammazzato Pierluigi Pagliai
 
di Stefano Delle Chiaie
 
 
 
 
Il fallimento dell'operazione "Pall Mall" ai primi di agosto 1982, non fece desistere i servizi e il ministero dell'Interno dal rinnovare il tentativo contro di me. Fu messa a punto un'altra operazione, chiamata Marlboro approfittando di una vacatio di potere per il passaggio del governo boliviano da Vildoso a Siles Zuazo.
Il 9 ottobre del 1982 fu ordinato di predisporre a Fiumicino un areo dell'Alitalia, il Giotto, per un viaggio intercontinentale. Primo ufficiale era Marcello Pesaresi, il secondo tal Marchini, chiamato dai servizi. La rotta segnalata fu quella per Caracas con richiesta di riserva di carburante per scalo alternativo, cosi come previsto quando la destinazione può cambiare da quella comunicata.
A bordo del Giotto c'era un gruppo di teste di cuoio del SISDE e dell'UCIGOS, agli ordini del commissario Fragranza. Si disse che a bordo vi fosse anche Mario Fabbri ex iscritto alla Caravella poi arruolatosi in polizia. Fabbri grazie alla sua precedente militanza, era in grado di riconoscermi.
Il Giotto atterrò a La Paz la mattina del 10 ottobre. Nello stesso giorno da Porto Rico giunse anche l'agente della CIA Richard Adler. Una circostanza nota a Parisi, che, nell'udienza del 20 ottobre del 1987 al processo per la strage di Bologna, disse che i servizi americani si offersero di collaborare con quelli italiani alla cattura ed estradizione di Delle Chiaie.
I poliziotti, sbarcati a La Paz, si diressero all'edificio San Ferdinando, a plaza Isabel, senza trovarmi. Ero infatti in Venezuela e l'appartamento che occupavo in quell'edificio della capitale boliviana con i miei camerati, come già raccontato, era stato lasciato da tempo perché ci eravamo trasferiti tutti a Calacoto.
Pierluigi avrebbe dovuto essere in Argentina e si stava preparando a rientrare in Italia essendo perseguito soltanto per la renitenza alla leva causata dalla sua latitanza.
Claudio Larrea, un capitano dei carabineros boliviani di Santa Cruz con il quale Pierluigi aveva stretto amicizia, con un pretesto lo aveva però richiamato in Bolivia. Il gruppo delle teste di cuoio avvertito dalla presenza del mio camerata a Santa Cruz, si spostò in quella città.
All'atterraggio del Giotto a Santa Cruz, un gruppo di nostri camerati boliviani, sospettando un azione contro di noi, tennero l'areo sotto tiro. Desistettero da ogni azione perché fu assicurato loro che si trattava di un atterraggio di emergenza causato da un guasto.
Gli italiani, attraverso Larrea, erano riusciti ad ottenere il complice appoggio di un nucleo di carabineros agli ordini di un maggiore di nome Zugel e del colonnello Nelson Peredo. La complicità era stata comprata da due funzionari del SISDE giunti in Bolivia l'8 ottobre.
Larrea fissò un appuntamento con Pagliai alle undici del mattino dinanzi alla chiesa di Nuestra Senora de Fatima. Pierluigi arrivò a bordo di una Toyota. La trappola predisposta scattò e la sua auto venne circondata da uomini a bordo di una Lauda bianca e altre quattro vetture. Pierluigi bloccò le portiere, chiuse i finestrini e portò le mani alla nuca. Partì un ordine e dopo aver frantumato un vetro dello sportello anteriore, uno dei boia sparò due colpi a bruciapelo con una pistola calibro 22. Pierluigi sanguinante, si piegò sul volante. Il corpo esanime fu caricato sulla Lauda e i killer si allontanarono. Parteciparono all'imboscata circa 20 italiani e 40 carabineros.
Era domenica, e alla scena assistettero molti testimoni che a quell'ora uscivano dalla chiesa dopo la Messa. Tra di essi anche la giornalista Mabel Azcui del giornale El Pais di Madrid, che scriverà sull'imboscata un ampio resoconto sul giornale boliviano El Mundo.
Pagliai fu portato all'ospedale Petrolero di Santa Cruz e la notte stessa, in seguito a voci di un'azione organizzata da parte di camerati boliviani per la sua liberazione, fu trasportato alla clinica Isabel di La Paz con l'areo su cui salirono anche i complici boliviani timoroso di subire una ritorsione.
Nella notte Pierluigi fu operato dal professor Brunn, dell'ambasciata Usa e l'11 ottobre, malgrado il parere contrario dei medici boliviani, fu condotto all'aeroporto per essere imbarcato tentò di opporsi al decollo dell'aereo, ma l'ambasciatore Corr ottenne dal ministro dell'intero Mario Roncal Antezana un decreto di espulsione.
La direzione dell'aeroporto, con l'appoggio di militari armati dell'aeronautica, continuò a opporre resistenza, adducendo come pretesto il mancato pagamento dei diritti aeroportuali. Ancora una volta Corr intervenne pagando i diritti e l'aereo, su cui era salito anche Adler, decollò per l'Italia facendo scalo a Porto Rico per sbarcare l'agente della CIA.
Tutte le foto dell'operazione furono fatte sparire dalle agenzie e dai quotidiani. Pagliai morirà poco dopo essere giunto in Italia, il 5 novembre
 
FONTE: L'aquila e il condor
 
 
LEGGI IL LIBRO

"L'Aquila e il condor"
di Stefano Delle Chiaie
 
Pp.287-290


 
 



 
 




 

 

 
 

 
 
 
 
 
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