domenica 2 aprile 2017

SEI STATI UE VIETANO ALL’ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE DELLE ZONE TERREMOTATE I FONDI DELL’UNIONE EUROPEA


 SEI STATI NON VOGLIONO L'ITALIA RICOSTRUITA DOPO IL TERREMOTO
Un altro grande grande esempio di “solidarietà europea” per coloro che si riempiono la bocca di più Europa……più Europa……più Europa.
Solidarieta’ e unita’: parole che sono risuonate vuote alla riunione degli ambasciatori dell’Ue, dove sei Paesi – Germania, Finlandia, Danimarca, Austria, Olanda e Svezia – nel giorno della Brexit, ieri, si sono schirati compatti, mettendosi di traverso sulla proposta della Commissione europea, che consentiva di finanziare al 100% la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto nel centro Italia, con i fondi europei, e senza aggravi per il budget dell’Unione.
Il risultato dell’incontro, dove i sette Paesi hanno rovesciato le proprie riserve sul tavolo, e’ stata una revisione al ribasso della proposta dell’esecutivo comunitario, con l’ introduzione di un’aliquota di cofinanziamento nazionale del 10%.
E sebbene la decisione non chiuda la partita, poiche’ il negoziato col Parlamento europeo puo’ ancora cambiare le carte in tavola, quanto avvenuto, per descriverlo con le parole del vicepresidente della commissione per lo Sviluppo regionale dell’Eurocamera Andrea Cozzolino (Pd-S&D) “e’ stato un gesto di puro ed insensato egoismo, che lascia perplessi”.
Ora “vedremo come trovare un accordo”, ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, evidenziando: “In questi momenti credo che la solidarieta’ debba prevalere”.
Il rappresentante permanente italiano, l’ambasciatore Maurizio Massari, ha definito la discussione avuta con i colleghi “surreale”, ed ha parlato di occasione mancata. L’iniziativa infatti era “un atto importante di solidarieta’ politica verso le nostre popolazioni terremotate”. Ma non aggiungeva fondi o criteri. “Non era una questione di soldi, ma di principi”.
Tra l’altro, la modifica del Regolamento, che permetteva il finanziamento totale delle spese con risorse gia’ assegnate col Fondo europeo di sviluppo regionale (in tutto 20,6 miliardi, per l’Italia, per il periodo 2014-2020) – sebbene pensato in prima battuta per l’Italia, sarebbe stata comunque ad uso e consumo di tutti gli Stati membri, in caso di necessita’. Per il capogruppo dei socialisti e democratici (S&D) al Parlamento europeo, Gianni Pittella, la presa di posizione dei sette Paesi e’ stata “imbarazzante e vergognosa”. “Siamo scandalizzati. Ne parleremo sicuramente nella prossima sessione a Strasburgo”, ha avvertito il vicepresidente dell’ Eurocamera David Sassoli.
Bene, quindi una vasta maggioranza di stati della Ue vieta all’Italia aiuti per le zone terremotate, restringendo al solo 10% – come massimo – il finanziamento Ue. L’Italia dovrà ricostruire da sola le zone devastate dai terremoti del 2015 e 2016 e per di più entro la gabbia delle restrizioni alla spesa pubblica, che secondo la Ue deve diminuire e non aumentare. Una follia vera e propria. Una dittatura. La Ue è una dittatura contro cui è lecito ribellarsi per la salvezza del popolo italiano.
Redazione Milano
sabato 1 aprile 2017
TERREMOTATI ABBANDONATI
”Invito i colleghi sindaci dei Comuni veramente terremotati della provincia di Macerata a restituire insieme a me le fasce tricolori al prefetto perche’ e’ impossibile pagare le ditte che hanno eseguito per le amministrazioni comunali lavori anche importanti”. E’ l’appello di Luca Giuseppetti, primo cittadino di Caldarola (Macerata), il cui territorio ”e’ zona rossa al 60%, di cui il 90% pesantemente danneggiato”. ”Ci siamo sobbarcati i problemi dei cittadini e anche delle imprese – si sfoga nel giorno della protesta dei comitati dei terremotati -.
Qui ci sono delle aziende che hanno fatto lavori importanti per la preparazione delle aree per le casette”. ”Il Comune ha fatto delle anticipazioni di cassa, ma le nostre risorse sono limitate – spiega -, avremo dato si’ e no il 10% delle somme dovute. Se lo Stato non interviene, queste ditte andranno ‘a zampe all’aria’. Finora ci sono stati soldi solo il Cas e per l’ospitalita’ degli sfollati”. C’è da osservare che il governo Gentiloni e prima il governo Renzi hanno speso e spendono oltre 10 milioni di euro al giorno – al giorno! – in contanti per mantenere di vitto alloggio e amenità varie gli oltre 300.000 africani fatti arrivare in Italia coi barconi dalla Libia dei quali oltre il 90% deve essere espulso in quanto privi di alcun diritto di ricevere asilo in Italia sotto la qualuqnue forma, ma per i terremotati i medesimi governi Pd neppure i soldi per rifare le strade e fornire delle misere casette di legno.
Fonte: IL Nord
http://glvart.blogspot.it/2017/04/sei-stati-non-vogliono-litalia.html

Nessun commento:

Posta un commento